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Social Media, tra termometro delle tendenze e tirannia della condivisione: 10 documentari che raccontano l’impatto sulle nostre vite

Il 4 febbraio 2004 veniva condivisa la prima versione di Facebook, pioniera delle piattaforme social e destinata a cambiare per sempre il modo di comunicare di milioni di individui. Nata all’Università di Harvard dall’idea di un gruppo di studenti, fu poi proprio uno di loro, Mark Zuckerberg, a intuirne il potenziale e a portare Facebook prima fuori dalle aule e poi in tutto il mondo. 

Il 14 febbraio dell’anno successivo era la volta di Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chan, che con YouTube facevano da apripista agli strumenti di visualizzazione e condivisione di contenuti multimediali.

Da allora sono passati 20 anni: oggi, entrambe le piattaforme devono combattere contro la concorrenza spietata di competitor come X e TikTok, dove le nuove generazioni sono sempre più focalizzate su immagini e contenuti audio e video.

Se da un lato i social media rappresentano il termometro delle tendenze, dall’altro delineano un panorama inquietante: quello della tirannia della condivisione. Spesso, infatti, l’ utente percepisce l’urgenza di raccontare ogni momento della propria vita a perfetti sconosciuti, pena l’esclusione sociale. 

La piattaforma di streaming europea arte.tv presenta una selezione di contenuti dedicati ai social media, esplorando diverse tematiche: le molestie virtuali, il confronto sociale, il ritiro temporaneo o permanente da queste piattaforme da parte dei giovanissimi, le scelte estreme di censura e “disconnessione” di paesi come la Cina e la Russia.

Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app della piattaforma disponibili per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

Dopamina

La serie Dopamina, con le sue due stagioni, è interamente dedicata al mondo dei social network e del digital. L’episodio Facebook: per un amico questo e altro, per esempio, racconta di come questo strumento metta in atto un subdolo meccanismo di approvazione sociale, per cui i like vengono messi soprattutto a chi ha già approvato i nostri contenuti. 

La puntata YouTube – Guardare senza pensare si focalizza sulla piattaforma video e sul meccanismo che incoraggia il binge-watching: si tratta di un algoritmo che raccomanda i contenuti agli utenti in base alle loro preferenze e abitudini. In questo modo, la selezione proposta da questo social diventa personalizzata e irresistibile. Infine, l’episodio Instagram e il confronto sociale spiega come questa piattaforma spinga gli utenti a reazioni parallele: un processo per cui si rifiutano alcuni comportamenti e se ne imitino inconsciamente degli altri.

Giovani senza social network

Non essere presenti sui social network e avere meno di trent’anni? Una scelta estrema, ma sempre più popolare. Sono tanti i giovani che non si sono mai interessati (o che hanno perso interesse) per le reti virtuali. Se per alcuni di loro questi strumenti risultano indispensabili, per altri non è così: nel documentario Giovani senza social network spiegano il loro punto di vista.

Effetto domino – Quando un post ti cambia la vita

La miniserie Effetto domino racconta la storia di quattro persone la cui esistenza è stata travolta dalla pubblicazione di un post sui social network. Tra Germania, Francia e Cisgiordania, ecco come sono cambiate le vite di quattro individui a causa di una discussione virtuale.

Domande scomodissime – I social network sono un pericolo per la democrazia?

Al giorno d’oggi, molti critici concordano sul fatto che molte notizie vengano manipolate per scopi politici, quindi come verificare la veridicità delle informazioni che si leggono online? E qual è l’impatto della disinformazione sulla società? In Domande scomodissime – I social network sono un pericolo per la democrazia? lo psicologo e scienziato Bertolt Meyer prova a dare una risposta, considerando diverse posizioni e presentando i risultati di alcuni studi condotti sulle fake news.

Psycho Bugs – Aspettattemi!

Essere presenti, sempre e ovunque, grazie a Instagram, Facebook e tutti gli altri social, in una costante relazione con gli altri. Il documentario Psycho Bugs – Aspettatemi! esplora il diktat della condivisione in un mondo iperconnesso, offrendo lo spiraglio della fuga da questo circolo vizioso.

Basta cyber-molestie!

In rete, una donna ha 27 volte più probabilità di essere molestata rispetto a un uomo, un meccanismo già esistente offline, ma portato all’esasperazione dai social network. Nell’episodio Basta cyber-molestie!, della serie Libere!, viene analizzata la via per ridimensionare le donne nello spazio pubblico, sia su internet che per strada: un meccanismo che in gergo viene ribattezzato “silenziamento”.

Perché i capezzoli femminili sono censurati dai social media?

Ci sono capezzoli e capezzoli: Facebook e Instagram spiegano, nelle loro condizioni di utilizzo, che quelli maschili possono essere esposti, quelli femminili no, fatta eccezione per quelli di una donna che allatta. Il documentario Perché i capezzoli femminili sono censurati dai social media?, episodio della serie Ginnastica culturale, prova a spiegare questa contraddizione con l’aiuto di un artista e di Sigmund Freud.

Geopolitica dei social network

Era il gennaio del 2021 quando i vertici di Twitter, ora X, presero una decisione storica: “zittire” l’ex Presidente USA Donald Trump, considerato pericoloso sobillatore social dopo l’assalto a Capitol Hill da parte dei suoi più violenti sostenitori. Promotori del principio della libertà di espressione, i social americani si sono ritrovati di fronte alla questione dei limiti della parola digitale. Il documentario Geopolitica dei social network, episodio della serie Dietro le mappe, analizza la situazione spostandosi fino in Cina, un paese in cui le reti sociali sono completamente sotto il controllo del potere centrale.

Media e censura a Pechino

In Cina, ai cittadini è vietato l’accesso ai giganti di internet — da Google a Facebook, passando per X e YouTube — e il regime ha creato i propri social network controllati dallo stato. Nella web-serie, in sei episodi, Media e censura a Pechino – Politica e società si indaga sulla struttura del web Made in China.

La Russia si chiama fuori dal web globale

Le guerre del XXI secolo si combattono anche sui social. Dopo l’invasione dell’Ucraina, Vladimir Putin ha accelerato la “disconnessione” del suo paese, bloccando Facebook, Twitter, YouTube. Non solo: per chi diffonde “false informazioni” le pene del governo russo arrivano a 15 anni di reclusione. In questo episodio della serie Dietro le Mappe, La Russia si chiama fuori dal web globale, si analizza l’avvicinamento di Mosca al modello cinese e nordcoreano.

 

Redazione Gogeek

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